“La volpe sa fare molte cose. Il riccio una sola, ma molto
bene” (Isaiah Berlin)
4. Umiltà.
Una dote spesso nascosta e difficilmente visibile, ma
fondamentale se si vuole essere volontari. Essere umili, usando un’immagine, è
riuscire ad essere come un riccio che sa fare una sola cosa ma la sa fare molto
bene.
Fare bene ciò che si sceglie di fare non è scontato e
continuare a farlo anche nei momenti di sconforto e difficoltà lo è ancora
meno.
L’umiltà dunque va a braccetto con la coerenza.
La coerenza è la “capacità d’ispirare il nostro viaggio
interiore, è l’essere insieme locali ed universali, minuziosi e grandiosi,
realisti e poeti”.
In queste due semplici ma potenti parole sta il fondamento
del volontariato: umiltà e coerenza!
5. Intelligenza emotiva. Quinta ed ultima caratteristica
dell’essere volontari.
L’intelligenza emotiva può essere considerata come il
riassunto di quello che è il talento sociale.
Il significato di questa parola è la capacità di una persona
di percepire,controllare, valutare ed esprimere emozioni., dunque persone
capaci di gestire meglio la responsabilità, con una forte motivazione di base,
spiccata empatia, elevata consapevolezza di sé.
L’intelligenza emotiva può essere suddivisa in cinque
sotto-categorie: consapevolezza, dominio di sé, motivazione, empatia ed abilità
sociali.
La consapevolezza è necessaria per saper controllare le
proprie emozioni ed entrare in uno stato di sintonia con esse permettendo di
acquisire maggiore sicurezza su quello che si da dare agli altri.
Il dominio di sé (o auto regolamento) aiuta a non essere persone resistenti al
cambiamento, dunque è la capacità di utilizzare e proprie emozioni per uno
scopo.
La motivazione indica la capacità di darsi obiettivi e di
raggiungerli ed aiuta a non abbattersi davanti agli ostacoli che possono
accadere nel percorso.
L’empatia è intesa come quella capacità profonda di sentire
l’altro e cercare di vedere il mondo con il punto di vista altrui e non solo
con il proprio
Infine le abilità sociali sono intese come quelle capacità
di stare con le persone e di scorgerne i movimenti per poter entrare in
sintonia con loro e costruire qualcosa di nuovo ed unico.
I concetti fin’ora descritti possono sembrare solo parole
messe nere su bianco ma credo abbiano una fondamentale importanza per ogni
individuo ed in particolare per chi si affaccia al mondo del volontariato.
Ricordiamo che tutto
s’impara perché dove non arriva il talento, arriva la tenacia.
Essere volontari, dunque, c’insegna ad essere d’aiuto perché
sappiamo che fare il bene fa stare bene, anche se questa dovrebbe sempre essere
la conseguenza e non l’obiettivo. Non
siamo in un luogo a svolgere volontariato per noi stessi e per risolvere magari
i nostri momenti di crisi o problemi esistenziali, ma ricordiamoci che siamo in
quel luogo perché abbiamo scelto di aiutare gli altri.
Concludo usando le parole di Severgnini il quale afferma
che il volontario “è un minatore di
talento ed uno spacciatore di entusiasmo”!
Nessun commento:
Posta un commento