A volte nascono
riflessioni inattese e profonde che mi fanno comprendere quanto il viaggiare sia una risorsa continua di spunti, di
incontri, di natura spettacolare, di culture diverse, di continue e costanti
connessioni che legano il pianeta terra e tutto ciò che lo rende tale.
E nascono
riflessioni come questa:
Come foglie,
mosse dal piacevole vento di oggi, così mi appare la vita presente dei volti
che incontro.
Come foglie, che bramano i raggi del sole per dare luce alla loro esistenza silenziosa, così mi appaiono gli occhi che incontro.
Come foglie, alla ricerca d'acqua per dare ristoro alla loro sete, così mi appare la ricerca di significato degli esseri umani.
Come foglie, verdi e unite ai loro rami, così mi appare la presenza di volti amici e conosciuti.
Come foglie, che instancabilmente condividono bellezza e fatica del tempo che muta e delle stagioni che si rincorrono, così mi appare la profonda radice che tieni insieme connessioni invisibili di umanità.
Come foglie, che bramano i raggi del sole per dare luce alla loro esistenza silenziosa, così mi appaiono gli occhi che incontro.
Come foglie, alla ricerca d'acqua per dare ristoro alla loro sete, così mi appare la ricerca di significato degli esseri umani.
Come foglie, verdi e unite ai loro rami, così mi appare la presenza di volti amici e conosciuti.
Come foglie, che instancabilmente condividono bellezza e fatica del tempo che muta e delle stagioni che si rincorrono, così mi appare la profonda radice che tieni insieme connessioni invisibili di umanità.
Camminare per
la cittadina di Mae Sot dà proprio
questa sensazione di “connessioni
invisibili di umanità”.
Una costante
tensione verso un equilibrio che però è molto complesso da raggiungere,
nonostante la tranquillità e la grande tolleranza che caratterizza la
popolazione tailandese.
E tra non molto
scoprirete il perché…
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